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milano
Milano (Italia)
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email: info@artmomo.com
web: www.artmomo.com
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Opere
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attento al lupo
pencil
on
cardboard,
65x83 cm,
2006
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bambina alla Vucciria di Palermo
etching
on
masonite,
40x50 cm,
2006
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città vuota
pencil
on
cardboard,
65x85 cm,
2005
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in tre nella spazzatura
acrilic
on
masonite,
65x83 cm,
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momo-z-art
acrilic
on
masonite,
150x120 cm,
2006
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perla
acrilic
on
masonite,
40x50 cm,
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shampoo
acrilic
on
masonite,
40x50 cm,
2006
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Biography:
PALERMO
La formazione
Io sono siciliano per caso
Nasce a Palermo nel vicolo del Forno….
Si laurea in Architettura nel 1977 con Gregotti e Pollini e, nonostante l'intrigante passione per essa, sceglie la Pittura che aveva praticato sin da piccolo.
Alla mostra”Il sacro nell'Arte”, nel 1977 presso l'Arcivescovado di Palermo, presenta l'opera dal titolo “Processione e Processi” che lo pone subito all'attenzione della critica e del pubblico ma che scatena la reazione di censura dalla parte del clero. Infatti chiara è la condanna che Momò fa alla ipocrisia della chiesa davanti alla sofferenza delle creature umane sin dalla prima sua tela esposta :”SE LASCI CORRERE LIBERO IL PENSIERO RIESCI PERICOLOSO SENZA SAPERLO!”
Leonardo Sciascia visita questa mostra ed inizia così un rapporto segnato da reciproco rispetto e totale intesa che definirà la sua pittura racconto dettagliato….”dell'imbestiamento di una classe di potere già sufficientemente imbestiata nella più lata avarizia e nella più lata rapacità…”Esegue diverse scenografie teatrali tra cui “Il Castello” di Kafka per la rassegna “Incontroazione “ dell'Università di Palermo.
Fondamentale in questi anni è il suo incontro con Enza Lauricella , cantante popolare che con gli acuti della sua voce, dice il critico Guido Valdini, scaglia pietre in piena faccia ai politici che governano l'isola. Nasce il primo e unico figlio Filippo che si dedica alla musica classica e in particolare al contrabbasso barocco.
L’esperienza di Milano
Nel 1982 Momò va a vivere a Milano, ospite i primi mesi a casa di Gabriele Mucchi, ma ritornerà ogni anno in Sicilia per non interrompere l'appassionante escursione archeologica nelle viscere dell'isola. Di questo periodo sono le tematiche “Comiso Park” esposte alla Fondazione Corrente, 1984, e “Piazza della Vergogna “ nella galleria Philippe Daverio ,1989, che lo inseriranno nel tessuto artistico milanese. E' Mario de Micheli il critico che seguirà il suo percorso artistico di quegli anni…”Ogni opera di Calascibetta è sempre un convegno di personaggi, quando addirittura non ne brulichi. Sono i personaggi di una periferica e provinciale “società opulenta”, i protagonisti dei “nuovi ceti emergenti”, gli speculatori, i parassiti, i mangioni, i servi in divisa del potere: il giudice intrallazzato col mafioso, il prete che assolve da ogni peccato e il generale che dà lustro e garanzie patriottiche alle feste e ai banchetti, dove trionfa una confusa presenza di dame, cortigiane e baldracche, sfarzosamente agghindate per la rappresentazione…”
Nel 1991, nella mostra “De l'amour” presso la galleria Jannone, si renderanno più visibili i segni di un passaggio da un mondo “ingordo e malandrino” che aveva caratterizzato le opere precedenti, ad una visione più esistenzialista.
“I relitti umani” di Calascibetta mordono ancora, inghiottono, godono e intanto si preparano ad un atto unico, quello dell' effusione amorosa, della totale consunzione carnale dell'individuo, del deliquio dei sensi nella sfrenatezza di un'avida passione, ma pervase da una pietas che li riconduce ad una possibilità di speranza.
Giorgio Soavi e Fabrizio Dentice sono i critici di riferimento degli anni 90 e non mancano le testimonianze di Sciascia e Bufalino.
A Milano incontra lo scrittore Vincenzo Consolo che nel 1994 presenterà in catalogo la mostra “Labirinto”in cui la dualità tra satira e pietas si fonde sempre più sino a fare accostare Momò ad una visione di puro intimismo lirico.
L’architettura e la scoperta della scultura
Tra il '94 e il '99, si dedica a progetti di architettura e la sua attività creativa converge nell'esigenza di impadronirsi dei luoghi umani e dei suoi materiali, di trasformare e plasmare le materie di cui sono costituiti, alla ricerca di una forte caratterizzazione espressiva e antiminimalista capace di fondere e di esaltare forma, funzione e qualità puramente estetiche.
Sensibilità plastica e ricerca di espressività della funzione attraverso la decorazione, sono i segni distintivi che accomunano il suo sogno creativo proponendo unità tra pittura, scultura, mosaico, e architettura per ricostruire i luoghi della vita.
In questi stessi anni le sue opere sono in mostra a New York, Zurigo, Madrid, Praga, los Angeles, Bruxelles, e si pubblica il libro “Un mito che muore “ ed. Ila Palma, Sao Paulu, Brasile.
La sperimentazione e rielaborazione dei materiali che usa, lo conducono alla scoperta di una sua nuova forma creativa : la scultura in terracotta.
MOMO’2000
E' a questo punto della sua vita che in Calascibetta affiora un ricordo del suo inconscio infantile che lo trasporta in un luogo dominato da una figura eclettica, affascinante, che ha incontrato una sola volta all'età di cinque anni e che forse è stata la chiave di tutte le sue scelte artistiche: lo zio Momò
. La scoperta di veder nascere istintivamente tra le sue mani, come un gioco, sculture ardite e complesse, così definite da Vittorio Fagone, Gillo Dorfles e Philippe Daverio, lo convince a rendere omaggio a questa figura misteriosa della sua infanzia scegliendo di firmare la sua produzione artistica, a partire dall'anno 2000, con il “nom de plume” Momò .
Subito dopo, al Miart di Milano , titolerà la sua mostra personale “Momò fu Calascibetta”.
TERROMNIA
Mudima
Nel 2002 la Fondazione Mudima , a cura di Philippe Daverio, organizza una mostra-evento dal titolo “Terromnia”, dove vengono esposte per la prima volta le sculture e le opere più rappresentative di tutte le tematiche fino ad allora trattate, configurandosi come un evento che ha coinvolto il pubblico milanese in alcune serate interattive tra musica, performance e dibattiti centrati intorno all'opera pittorica e scultorea dell'artista che da sempre si è definito “siciliano per caso”.
Anche grazie alla presenza di numerosi critici e personaggi che animano la vita culturale della città tra i quali Philippe Daverio, Gillo Dorfles, Alessandro Riva, Marco Meneguzzo, Liana Bortolon e Giovanni Quadrio Curzio, l'evento-mostra delle opere di Momò riscuote un grandissimo successo.
L'anno seguente Momò Calascibetta è ospite della trasmissione”Passepartout” su RAI 3 dove Daverio pone in evidenza i caratteri e i temi fondamentali dell' artista. Viene fuori il mondo dei sogni di Momò abitato da draghi-unicorno, sogghignanti coccodrilli, giunoniche danzatrici in guepierre e frustino, sfrenate tauromachie e toreri evanescenti come lemuri, cavalieri dimentichi e addormentati, minotauri ingentiliti, infiammati di passione amorosa, voluttà devastante, lascivia e ingordigia.
Il Museo del Territorio di Biella promuove nel 2005 una imponente esposizione dal titolo “Sul filo della lana “, curata da Philippe Daverio, con opere provenienti dai più prestigiosi musei del mondo; insieme alle opere di Luca Giordano, Tintoretto, Andrea del Sarto, Brueghel, Pietro Longhi, van Gogh….quelle di Campigli , Sironi, De Chirico,Beuys, Boetti, Modigliani, Malevic, Kounellis, Jori, è presente Momò con il grande “Trittico del Minotauro” e “Il filo di Arianna”.
Nella 51° Biennale di Venezia Momò con un gruppo di amiche,Cristina Alaimo, Enza Lauricella ed Elena Agudio , organizza il progetto “Esserci al Padiglione Italia” che trova sede nella chiesa di San Gallo, evento nato come momento genuino e spontaneo che ha voluto lanciare un messaggio alla Biennale puntualizzando che l'arte italiana non è morta bensì ammorbata da una volontà dominante verso il crescente dilagare di uno sporco e corrotto mercato dell'arte americanizzato e monopolizzato da lobby finanziarie-culturali, cieche ed arroganti, dove l'arte si trova sempre più mummificata, in eventi fieristici e commerciali, da imbalsamatori culturali sempre più lontani dalla vita e dalla società. Aderiscono all'evento oltre 1200 artisti, costringendo il direttore della Biennale, Croff, a promettere uno spazio per l'arte italiana.
“IN UN MONDO DI ARRIVISTI BUONA REGOLA E' NON PARTIRE”, dice Gesualdo Bufalino, ma Momò pensa che” NON BASTA SAPERE ASPETTARE PERCHE' TUTTO ARRIVI”.
PALERMO
Il ritorno da turista e il mondo dei bambini
Il 2002 ha segnato la vita di tutti, anche quella di Momò; la caduta delle “due torri”ha cambiato le relazioni politiche tra gli stati del mondo. Momò capovolge la sua visione artistica. Dopo che Bush dichiara guerra all'Afghanistan e poi all'Irak imponendo alle democrazie del mondo la cieca tracotanza dell'impero americano, Momò scende dalle giostre del suo “Comiso Park”dove laidi e panciuti generali si accompagnavano ad avide baldracche celebrando i giochi crudeli della guerra . L'artista, per la prima volta, ferma la sua attenzione alle case dilaniate dalle bombe “intelligenti”, ai bambini assenti, sperduti e soli. Realizza opere in cui la casa diventa memoria della sua infanzia sicura, della sua giovinezza la cui la meta era partire, diventa fortezza d'amore quella che ha costruito per suo figlio. Le case che disegna in questo periodo sono in bianco e nero,sono vuote, per la prima volta senza personaggi, quasi a gridare al mondo che la casa è l'unico luogo inviolabile, l'unico tempio, l'unico rifugio che l'uomo possiede.
“ LA CASA E ' UNA GEOGRAFIA DELLA MEMORIA DOVE IL DOLORE TI ABBANDONA: SONO COME UNA TARTARUGA, OVUNQUE IO VADA MI PORTO LA CASA SULLA SCHIENA”.…dice Momò.
Con la guerra in Irak Momò comincia a vedere bambini che fuggono dalle case, che cercano tra rifiuti del mondo, che vagano tra i vicoli delle città-metropoli pronti a qualsiasi espediente a qualsiasi avventura. Mentre prima i personaggi erano quelli delle stanze del potere,”le stanze dei bottoni”, adesso Calascibetta sembra volere affidare “questi bottoni” alle mani indurite e sapienti dei bambini.
Nasce così nel 2005 la nuova tematica “I bambini sulle strade del mondo”.
Momò ancora una volta sfida il suo pubblico, non ripete mai se stesso affinché sia più riconoscibile, è sempre attento alla società che cambia, e non tradisce il suo impegno civile; spesso gli si sente ripetere:”NON CONOSCO LA CHIAVE PER IL SUCCESSO, MA POSSO AFFERMARE CHE QUELLA PER IL FALLIMENTO E' TENTARE DI PIACERE A MOLTI : se per vivere devi strisciare alzati e muori”.
Nel dicembre del 2006 apre uno studio anche a Palermo in Piazza Caracciolo (Via dei Frangiai ) nel mercato storico della Vucciria
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Curriculum vitae:
PRINCIPALI MOSTRE
1977 - Galleria d'arte Giada, Palermo.
1978 - Galleria d’arte Giada, Palermo
1979 - Casa museo, Agrigento.
1981 - Galleria Ciovasso, Milano.
- Circolo di Cultura, Sciacca, Agrigento,
1982 - Galleria Am Dorfplatz, Zurig.
- Galleria Il Condor, Palermo.
1983 - Galleria Centro Promozione Arte,Roma.
- Galleria Art Club, Catania .
- Galleria La Firma, Riva del Garda.
- Artexpo, New York Coliseum, New York.
1984 - Galleria Am Dorfplatz, Zurigo.
1985 -“ Comiso Park “,Fondazione Corrente, Milano.
1986 - Galleria Stevens, Padova.
1987 - Fondazione Patrone, Roma.
- Galleria Arte Contemporanea, Roma.
1989 -“Piazza delle Vergogne”, Galleria Philippe Daverio, Milano.
- Galerie Am Dorfplatz, Zurigo.
1991 - Arteprima 91, Milano.
- “De l’Amour”, Galleria Antonia Jannone, Milano.
- Arco, Fiera internazionale Arte Contemporanea, Madrid.
1994 - “Labirinto”, Galleria Antonia Jannone, Milano
- Artexpo New York Coliseum, New York.
- Galerie Erna Hecey, Bruxelles.
1995 - Arte Fiera Bologna, Galleria Antonia Jannone, Milano.
1996 - Mb Fine Art, Los Angeles.
1998 - Galerie Rudolfinum,Praga.
- Galerie Erna Hecey, Bruxelles.
2001 - “Momò fu Calascibetta”, Galleria Franco Cancelliere
Arte Contemporanea , Messina
- MiArt, Galleria Franco Cancelliere, Milano
2002 - “Terromnia”,Fondazione Mudima, Milano.
2004 - Premio Leonardo Sciascia, mostra itinerante :
Centro culturale “Le Ciminiere” Catania;
Centro per l’ Incisione e la Grafica d’ Arte, Formello,(Roma)
Scuola Internazionale di Grafica “Il Bisonte”Firenze;
Scuola Internazionale di Grafica di Venezia;
Fondation Taylor; Parigi;
Civica Raccolta di Stampe “Bertarelli”, Milano.
2005 - “Punto e a capo”, Galleria Il Giardino delle Muse, Palermo.
- Galerie HartDiest, Diest Belgio.
- Mediarte 2005, rassegna d’arte contemporanea, Fiera del
Mediterraneo, Galleria Massimo La Piana, Palermo.
-“Esserci” al Padiglione Italia, Evento Esterno alla 51°
Biennale di Venezia.
- Sul filo della lana, Museo del Territorio, Biella.
- WWW.plot@art.europa Centro Internazionale per
l’ Arte Contemporanea, Genazzano, Roma.
2006 - 13x17 www,padiglioneitalia, mostra itinerrante:
Lanificio Pria, Biella;
Politecnico di Milano;
Museo Provinciale di Potenza;
Chiesa di San Severo al Pendino, Napoli;
Museo Michetti, Francavilla al Mare.
Nuovo Montevergini, Palermo
- 57° Premio Michetti, Laboratorio Italia, Museo Michetti
Francavilla al Mare.
2007 - 13 x17, padiglioneitalia, mostra itinerante:
-Studio MIC-Roma
-“Bologna si rivela”, all’interno di Arte Fiera 2007-Chiesa di
Santa Cristina –Bologna
-“Beviamoci sopra”, Castello di Grumello – Bergamo.
-“Carne a piacere”, galleria Quintocortile – Milano
- “De risus natura”-mostra antologica-Museo Mandralisca - Cefalù.
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Ultimo aggiornamento:
giovedì 31 Maggio 2007
Visitatori dal
30/5/2007
: 62460
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