Biography:
Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria il 19 ottobre 1882, da genitori romagnoli. A causa del lavoro del padre, impiegato di Prefettura, la famiglia cambia spesso città: da Forlì a Genova a Padova, dove Umberto nel 1888 svolge i primi studi. Nel 1897 è a Catania, dove è iscritto a un istituto tecnico. Al termine degli studi decide di trasferirsi a Roma. Qui incontra Severini e insieme a lui frequenta lo studio di Giacomo Balla. Dal 1903 Boccioni e Severini espongono alle mostre annuali della Società degli amatori e cultori d’arte, a Roma; nell’edizione del 1905 le loro opere vengono respinte, cosicché insieme ad altri giovani pittori organizzano una mostra di rifiutati al Teatro nazionale di Roma. Nell’aprile del 1906 Boccioni giunge a Parigi per la prima volta, ma ben presto parte per la Russia, dove trascorre la seconda parte dell’anno. Dall’aprile all’agosto del 1907 risulta iscritto all’Accademia di belle arti di Venezia. Alla fine dello stesso anno è a Milano con la madre, dove si stabilisce definitivamente. Qui incontra Gaetano Previati, che influenza notevolmente la sua pittura, e nel 1910 conosce e frequenta Filippo Tommaso Marinetti. Boccioni è molto interessato al progetto marinettiano: così l’11 febbraio 1910 sottoscrive con Balla, Carrà, Russolo e Severini il Manifesto dei pittori futuristi. A questo fanno seguito altri testi programmatici del movimento, come il Manifesto tecnico della pittura futurista e il Manifesto tecnico della scultura futurista. Nel luglio del 1910 viene organizzata una sua mostra personale alla Ca’ Pesaro a Venezia, presentata da Marinetti. L’anno seguente partecipa all’Esposizione di arte libera a Milano: il suo quadro La risata viene sfregiato da ignoti. Nell’autunno è nuovamente a Parigi con Carrà. Nel 1912 presenta un gruppo di opere alla galleria Berheim-Jeune di Parigi, per la prima esposizione futurista. A marzo è a Londra, dove la mostra futurista si è trasferita; in seguito si sposta a Berlino e Bruxelles. Studia il cubismo e si interessa alla scultura di Archipenko e Brancusi. Nel 1913 collabora alla rivista Lacerba con saggi e articoli, e partecipa, tra l’altro, a una mostra organizzata dalla galleria Der Sturm di Berlino. Partecipa, da promotore, a manifestazioni interventiste a Milano e viene arrestato. Firma con Carrà, Marinetti, Russolo e Piatti il manifesto Sintesi futurista della guerra (1914) e Orgoglio italiano (1915). Si arruola come volontario nel corpo dei ciclisti; alla fine del 1915 è il licenza a Milano, dove riprende l’attività artistica e di pubblicista. Nel 1916 pubblica Il manifesto dei pittori meridionali. A luglio viene richiamato alle armi e assegnato al reggimento di artiglieri di Verona, dove muore il 17 agosto in seguito a una caduta da cavallo.
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