Biography:
Lucio Fontana nasce nel 1899 a Rosario di Santa Fé in Argentina; successivamente si trasferisce in Italia e nel 1927 si iscrive all'Accademia di Brera dove segue le lezioni di Adolfo Wildt. Mantiene comunque molti contatti con il Sudamerica, dove effettua frequenti viaggi e dove ha aperto uno studio di scultura.
Partecipa a numerose esposizioni e concorsi, in Italia e all'estero; realizza monumenti funerari e commemorativi, stringe rapporti con il gruppo degli architetti razionalisti, collaborando ai loro progetti con sculture e rilievi. Nel 1934 entra in contatto con l'ambiente dell'astrattismo lombardo legati alla galleria milanese Il Milione. L'anno dopo, si lega al gruppo parigino. Alterna opere astratte, come le tavolette graffite o le sculture in ferro filiformi, con le ceramiche "barocche", che realizza presso le fornaci di Albisola e Sèvres.
Nel 1939 prende parte alla "Seconda mostra di Corrente"; nel 1940 è di nuovo a Buenos Aires, dove frequenta i gruppi d'avanguardia e partecipa alla composizione del Manifesto Blanco (1946), che segna la nascita del movimento spazialista; elaborando nel 1947 il Primo Manifesto dello Spazialismo. Nel 1949 realizza i primi ambienti spaziali e nel 1951 crea il grande arabesco al neon per la Triennale di Milano. Contemporaneamente nascono le prime carte con i "Buchi". È l'inizio della grande stagione dei Concetti spaziali. Tra il 1951 e il 1957 elabora diversi cicli di opere, basate sulla perforazione dei vari supporti, come tela, tavola, carta, e la sovrapposizione di materiali vari: pietre, pezzetti di vetro, gesso, sabbia, payettes. Passa poi alle tele dipinte all'anilina e alle sculture spaziali su gambo. Alla fine del 1958 realizza le prime opere con i "tagli", che riproporrà nel 1959 su tela, con il titolo Concetto spaziale. Nel 1960, parallelamente alle tele con i tagli, avvia il ciclo di tele con i cosiddetti "Crateri", squarci prodotti nella tela, spalmata di colore ad olio. Nel 1962 è la volta dei "Metalli", lastre di ottone o acciaio squarciate. Nel 1963 appare la notissima serie della Fine di Dio; nel 1964 è la volta dei cosiddetti "Teatrini". Rientrano nell'intensa attività espositiva di questi anni, la retrospettiva del Walker Art Center di Minneapolis e il Gran Premio per la pittura della Biennale di Venezia, entrambi del 1966. Dell'anno seguente sono le "Ellissi", le sculture in metallo verniciato e le scenografie del Ritratto di Don Chisciotte per la Scala di Milano.
Muore nel 1968, dopo essersi trasferito nella casa di famiglia a Comabbio, in provincia di Varese.
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