subject: copy
descrizione: In questo caso l'artista elegge l'attrice Marylin Monroe a modello della propria arte, riproducendo decine di immagini fotografiche di colei che già godeva di una fama postuma di gran lunga superiore al livello di popolarità raggiunto in vita. Già nel 1962, anno della tragica morte di Marylin, Warhol intuì abilmente che la sua immagine sarebbe presto divenuta un oggetto di culto, e contribuì a suggellare il suo mito creando dei ritratti che divennero delle maschere-icone, simbolo di un’epoca, dietro cui si celavano desideri e timori della coscienza collettiva americana. Qui siamo, dunque, a una delle prime prove del popolare ritratto fotografico della diva di Hollywood, contraddistinto dalla ripetitività ossessiva, evocata anche nel titolo, che accentua l’aspetto consumistico dell’immagine che perde così unicità e vitalità. Ma le dichiarazioni di Warhol sono, come al solito, spiazzanti: «Per me la Monroe non è altro che una persona fra tante altre. E riguardo alla questione se dipingere l’attrice in toni di colore così vivaci rappresenti un atto simbolico, posso soltanto rispondere che a me interessava la sua bellezza: e la Monroe è bella. Per un bel soggetto ci vogliono infine bei colori. Questo è tutto. La storia si comporta più o meno allo stesso modo».