subject: abstract
descrizione: Man Ray, artista che sfugge a qualsiasi schematica definizione, fotografo in libertà, istintivamente dadaista, attraversò soprattutto il surrealismo, come si può senz’altro notare in questo strano dipinto, che è il più grande e il più complesso fra quelli di questo periodo parigino. Esso rappresenta la summa di tutti gli stili sperimentati e di tutte le visioni e le preoccupazioni dell’artista, che la definì come la sua opera più rappresentativa che segna il culmine del mio periodo surrealista. André Breton, infatti, decise di riprodurla a colori in Le Surréalisme et la peinture. Il bel tempo, nella Parigi del 1939, era quello primaverile che precede la tempesta della guerra. Si trovano, infatti, parecchi elementi inquietanti, come il toro e l’alligatore che lottano sul tetto della casa, la porta-paravento dal cui buco della serratura scorre un rivolo di sangue, il muro grigio che circonda l’ipotetico giardino dove al posto di alberi sono piantati al suolo due tridenti con le punte rivolte verso l’alto. I due personaggi automi farebbero pensare allo stesso Man Ray, a sinistra, che indossa il variopinto costume del poeta-giullare, e a una figura femminile, probabile allegoria dell’Europa, a destra, estremamente attraente per la vivacità dei colori, ma trafitta violentemente da due barre prismatiche incrociate. A questo che sembra essere l’enigma dell’artista tra il vissuto personale e gli eventi storici, tra passioni e soluzioni pragmatiche della vita, sintetizzate nel libro aperto (che mostra l’antico problema teorico della quadratura del cerchio), la risposta che viene offerta è riassunta nella scena dell’abbraccio della coppia nella penombra della casa. Qui l’uomo è certamente l’artista stesso, con il suo cavalletto alle spalle, che sceglie il rifugio protettivo del mondo dell’emotività e dei sentimenti, mentre ciò che avviene fuori, forse, rimane soltanto un sogno.