LIBERTA', 2 Dicembre 2003
Collettiva da Babele Arte
Oggi alle 17 s'inaugura una mostra collettiva da
Babele Arte Gallery, nuova galleria d'arte del piacentino
Stefano Torre aperta lo scorso ottobre con sede in
Piacenza, via Roma n. 228. Esporanno fino al 16 dicembre
quattro artisti: Gary Bastoky, americano di Washington;
Angiola Falconi, pittrice e ciltrice veneta; Simona
Manieri, pittrice barese residente a Roma e Tina Saletnich,
artista romana.
LA CRONACA DI PIACENZA, 2 Dicembre
2003
Manieri, Saletnich, Bastoky e Falconi.
Si inaugura oggi la terza mostra della nuova sala
espositiva Babele Gallery, variazioni sul tema dell'arte
Si inaugura questo pomeriggio alle 17, negli spazi
della galleria d'arte contemporanea Babele Arte Gallery
di via Roma, 228, la terza mostra promossa dalla neonata
sala espositiva di Stefano Torre.
Per questo terzo appuntamento la Babele Arte Gallery
ha organizzato la mostra collettiva dove quattro artisti,
provenienti da ambiti lavorativi e culturali differenti,
troveranno modo di confrontarsi e dialogare fra loro.
Simona Manieri, artista romana, espone una serie di
recentissime opere di fario formato, caratterizzato
dalla presenza di colori forti e dall'immediato impatto
visivo. Simona è già conosciuta dal
pubblico piacentino grazie alla partecipazione a Pulcheria,
edizione 2001.
Tina Saletnich anch'essa romana ed anch'essa conosciuta
dal pubblico piacentino nell'edizione di Pulcheria
del 2001, propone una serie di opere, dal titolo Graceland,
caratterizzate da forme geometriche e colori vivaci
che formano suggestivi scenari che ricordano paesaggi
immaginari post cubisti.
Angiola Falconi, che vive e lavora a Verona e vanta
un ricco curriculum artistico - ha partecipato alla
biennale collettiva di pittura "Il colore trentino"
e alla "6th International Annul Of Miniature
Art Stockholm" - si presenta in questa mostra
con una serie di sculture realizzate in creta e terracotta
ed alcune tele.
Unico uomo della formazione artistica presentata dalla
Babele Arte, lo statunitense Gary Bastoky, che a Piacenza
arriva con una selezione di opere tratte dal suo lavoro
che l'artista stesso definisce espressionismo astratto,
un modo pittorico che, rifuggendo dalla perfetta forma
finita, anela alla bellezza prodotta dalla casualità
e dal caos.
LA CRONACA DI PIACENZA, 3 Dicembre 2003
di erresse
Colore e segno della scrittura pittorica
Alla Babele Arte Gallery in mostra quattro artisti
per un unico linguaggio
L'arte è comunicazione in qualsiasi forma e
linguaggio essa si incarni. A dimostrazione di questa
convinzione, di questa legge scritta, di questo dictat
silente è entrata in scena la mostra collettiva
ospitata alla Babele Arte Gallery.
Quattro artisti, quattro modi di fare arte nelle cui
diversità, nelle cu differenze si possono rintracciare
percorsi comuni, piccole contingenze, filamenti di
uniformità.
Manieri, Saletnich, Bastoky, Falconi. Nomi all'apparenza
slegati, percorsi creativi agli antipodi, ma non ad
uno sguardo più attento.
Temi comuni, infatti, si possono tracciare fra gli
autori, primo fra tutti il colore. Un gusto coloristico
acceso, il gioco fra toni complementari ma anche discordanti
è il filo programmatico che unisce il lavoro
di Simona Manieri all'opera di Tina Saletnich.
Se la prima utilizza i giochi di colore, i cromatismi
forti e accesi, per rappresentare paesaggi a tratti
surreali capaci di evocare brandelli di natura ormai
sopita, Tina Saletnich con i suoi colori giustapposti,
stesi con larghe campiture preferisce rappresenatzioni
più immediate, alberi che lanciano verso l'alto
i loro rami frondosi, disperate fanciulle che lanciano
urla nel vuoto.
E se il colore è il trend che unisce Manieri
e Saletnich, il segno, nervoso, frammentato, curvato
è il filo rosso che lega in un unico linguaggio
le opere dello statunitense Gay Bastoky e della veneziana
Angiola Falconi. Quest'ultima, in particolare, si
presenta nella doppia veste di scultrice e pittrice,
riconfermando come un unico linguaggio possa esprimersi
con metodologie e tecniche differenti senza perdere
nulla della sua matrice espressiva. Linee rotte, spigolose,
tese in uno sforzo che affondano in quelll'arte di
matrice kandiskijana, trova uno dei suoi punti di
forza.
LIBERTA' 16 Dicembre 2003
di Fabio Bianchi
Nella collettiva di pittura da Babele Arte Gallery
L'arte com sperimentalismo di Fabio Bianchi
Nata nel 2000 come pèortale internettiano con
ambizioni rappresentive e culturali, diventa ben presto
riferimento per artisti di varia ideologia e provenienza,
dopo l'inaugurazione nello scroso ottobre del nuovo
sapzio espositivo Babele Arte Gallery, rivendicando
un ruolo sovraprovinciale ha sempre mantenuto, nelle
mostre finora allestite, l'originario carattere internazionale,
aperture e contatti con artisti di altre nazioni.
Nella collettiva in corso gli organizzatori hanno,
volutamente, riunito artisti diversi per formazione
e stile, accomunati però da ardito sperimentalismo,
innovative ricerche su forma e colori, coraggiosa
propositività teorica. Gary Bastoky, americano
di Washington, propone una pittura segnica spensierata
e liberatoria, pennelate tra loro sciolte, svincolate,
senza apparente ordine logico e formale, quasi l'autore
desiderasse sfogare una creatività a lungo
repressa, destrutturare il sistema simbolico accettato
e codificato dalla tradizione.
Pittura illusoria, trionfo dell'inconscio, di pulsione
nascoste, di misteriosa energia intellettuale, somma
di costanti iconiche che misurano mutabilità
del reale.
La veneta Angiola Falconi adotta una pittura simil-naif
grave e riflessiva dove chiarezza grafioca, semplicità
coloristica e tratto visionario celano problematicità
di pensieri e di situazioni. Il realismo descrittivo
- non solo dei quadri ma anche delle piccole terracotte
- nasconde, nel divenire del tempo, l'incessante rasformismo
che regge il mondo e che, ineffabilmente, condiziona
l'uomo, in apparenza orgoglioso e superbo, al contrario
debole ed indifeso perchè inappellabilmente
travolto dal corrosivo ciclo biologico.
Nella pittura della barese Simona Manieri prevalgono
velature di colore intense e purissime, paesaggi lunari,
ispirazione metafisica per quel nulla esistenziale
e quel senso di smarrimento cosmico che trasudano
dalle tele. Sembra intuire qualcosa di drammatico
in quegli ambienti ridotti all'essenzialità,
nella totale eliminazione del povero e complessato
uomo moderno e, soprattutto, con spazi pittorici senza
alcun rapporto col tradizionale spazio percettivo.
Tina Saletnich, romana, adotta linguaggi di lontana
isiprazione cubista con scomposizione e scarnificazione
del reale per ricreare o vaghe suggestioni storiche
evidenti soprattutto nelle mediovaleggianti vedute
di città o carattere onirico e favoloso assimilabile,
per ritmo e dinamismo, a certi esiti futuristici.
Raffigurazioni e contenuti elementari celano, invero,
complesse metafore sempre rese con tocchi veloci,
incisivi e moderni.
Babele Arte Gallery anche con questa collettiva offre,
dunque, l'occasione per analizzare ed apprezzare varietà,
eteronomia e ricchezza dell'arte contemporanea, forse
unico fenomeno globale e totalizzante capace, altresì,
di avvicinare esperienze tra loro eterogenee e disparate,
in realtà legate da profonde affinità
etiche e spirituali.
La mostra è stata segnalata su:
www.bastoky.com
www.dadamag.it
www.emilianet.it
www.teknemedia.net
www.stefanotorre.it
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