BABELE ARTE MUSEO
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Nudo
oil on canvas, 92 x 73
Joan Miró
- 1926
Filadelfia, Philadelphia Museum of Art
subject: abstract
descrizione: L’interpretazione che Mirò ha saputo dare del Surrealismo parte sempre da una visione molto personale e poetica della realtà, che egli elabora attraverso un nuovo linguaggio autonomo e indipendente. Attraverso l’osservazione dei particolari essenziali e materici del mondo, degli elementi della natura e della terra, egli arriva a comporre immagini fantasiose che si rinnovano procedendo verso dimensioni sempre più inesplorate. Così la ricomposizione di elementi reali acquista un’autonomia che può generare metamorfosi, ambiguità o addirittura un gioco suggestivo di metafore, come in questo Nudo dove la sinuosità del corpo femminile è resa in modo tale da ricordare la figura di un pesce, dove i seni sono due frutti, e il pube assume l’identità di una foglia verde dalle nere nervature. La chiarezza degli oggetti svanisce nell’insieme compositivo, mentre ciò che rimane è la tensione erotica del corpo e dei suoi attributi. Questa nuova dimensione di pittura-metafora appare anche in altre opere di Mirò, come il Ritratto di Madame K. e la Ballerina spagnola del 1924, che hanno lo stesso intento di fusione tra l’umano e il vegetale, del celeste con il terrestre, riproducendo suggestioni tipicamente letterarie, come, per esempio, quelle del più fantasioso degli scritti del grande poeta Guillaume Apollinaire, intitolato L’enchanteur pourrissant.
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