BABELE ARTE MUSEO
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Antigrazioso, Bambina
oil on canvas, 67 x 52
Carlo Carrà
- 1916
Collezione privata
subject: metaphysic
descrizione: La crisi del futurismo, maturata fra il 1914 e il 1915, porterà l’artista a elaborare un linguaggio formale elementare e una nuova poetica che prenderà il nome da quest’opera-manifesto. Questo dipinto, che era stato acquistato dallo scrittore fiorentino Giovanni Papini, inaugura, appunto, il periodo antigrazioso, in un momento intermedio verso la fase metafisica del 1917-1918. Carrà giunge, qui, a una sintesi arcaizzante dello spazio, bidimensionale e geometrico, definito da pochi elementi volutamente semplificati, la casetta levitante, la tromba e la bambina-fantoccio spaventosamente tendente alla maschera dell’adulto: tutti staccati e accostati insieme in uno stato di antigrazia e in un’astrazione quasi grottesca, dove solo la scacchiera del pavimento allude a una stabilità reale. Il termine antigrazioso deriva da Boccioni e dal titolo dei suoi ritratti deformati e dialoganti con lo spazio circostante. Carrà invece rifiuta, qui, la dimensione di spazio e di tempo e si rifà al primitivismo assoluto dell’immagine lineare e sintetica, che emerge dalla cromia primordiale degli ocra, delle terre rosse e del bianco grigio che sembra intonaco. Nello stesso anno Carrà scriveva i suoi saggi su Giotto e Paolo Uccello, pubblicati su La Voce, e forse i principi della pura e autentica ricerca formale di questo periodo sono da rintracciare in quelle sue indagini approfondite sui maestri toscani.
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